I disordini alimentari: obesità e disturbo da alimentazione incontrollata

Il termine dieta, dal greco dìaita = regime, stile, tenore di vita, ha lo stesso significato di alimentazione corretta, sana ed equilibrata, volta a soddisfare le esigenze fisiologiche dell’organismo ma anche gli aspetti psicologici e relazionali attraverso l’appagamento dei sensi, il rispetto della tradizione del territorio e dei ritmi della vita quotidiana.  

Un‘alimentazione equilibrata e una regolare attivita fisica consentono di tornare in forma e di mantenerla nel tempo. Al contrario, patire la fame non solo non è necessario per dimagrire, ma è anche altamente sconsigliato. Peggio ancora, una dieta troppo restrittiva  può essere la causa di veri e propri disordini alimentari. I motivi sono molti, proviamo a ragionarci insieme. Tali regimi dietetici restrittivi non sono gestibili nel lungo periodo perché provocano malessere e disturbi dell’umore, quindi aprono la strada all’abbuffata (come accade nel disturbo da alimentazione incontrollata). Essendo diete restrittive abbassano il metabolismo, cosa assolutamente da evitare se si vuole mantenere i chili persi. Inoltre, compromettono la composizione corporea perché i chili persi interessano principalmente l’acqua, i muscoli e solo in parte il grasso.

Insomma, una dietra troppo restrittiva prelude al fallimento; se si perde peso,  non appena si smette, lo si riacquista e spesso con qualche chilo in più; si ripropone allora l’esigenza di una nuova dieta ancora più restrittiva e il ciclo ricomincia (effetto yo-yo).  
 

La teoria sembra semplice, tuttavia in Italia e nel mondo sta dilagando il numero di persone in sovrappeso e/o obese. In Italia, il numero delle persone in sovrappeso passa dal 14% della fascia di età 18-24 anni al 46% tra i 65-74 anni, mentre l'obesità passa, dal 2,3% al 15,3% per le stesse fasce di età.

 


Una delle ragioni è il fatto che siamo sottoposti ad una forte pressione consumistica a mangiare più delle nostre reali neccessità e molto grande è la disponibilità immediata di ogni genere di cibo, molto spesso presentato con un packaging molto allettantii. Crediamo di essere noi a scegliere, e invece tante delle nostre scelte sono inconsapevoli e automatiche, frutto dei condizionamenti sociali e culturali. Non c’è neanche la consapevolezza di quanto il cibo possa influire sulla salute e sull’umore.

Mindfulness eating - smettere di lottare con il cibo.

Allora che fare? Si può iniziare ad imparare a osservare, riprendere contatto con i nostri sensi per riguadagnare il controllo e cominciare a scegliere, preparare e consumare con consapevolezza ciò che mangiamo. Questo si può fare, ad esempio, imparando a scegliere e cucinare cibi sani e nutrienti, entrando in sintonia con i colori, gli odori, i sapori, i suoni, la temperatura e la consistenza del cibo, mangiando lentamente, ascoltando i segnali del corpo che ci indicano quando smettere di mangiare; concentrando tutta la nostra attenzione sul cibo riducendo al minimo le distrazioni esterne, etc. Soprattutto evitando l'autoaccusa e il giudizio severo verso noi stessi, ma piuttosto sviluppando un atteggiamento compassionevole e di accettazione.


Bibliografia
- Disurbo da alimentazione incontrollata, cos‘è. Come affrontarlo. Riccardo Dalle Grave Positive Press 2014
- Mindfulness eating, una metodologia innovativa per rogalare il rapporto con il cibo. Teresa Montesarchio. EPC Editore 2017

sitografia
- https://www.spaziosfera.com/
- canale Youtube: very food – domande al nutrizionista (https://www.youtube.com/user/SpazioPodcast/featured)

 

Per ulteriori informazioni:

 

Dott. Cristian Garbin

Psicologo Psicoterapeuta

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